Fin dai tempi antichi si è fatto uso di polvere macinata e colorata diluendola con acqua e temperandola con gomma arabica, o con miele, zucchero, o con glicerina.
Questa tecnica dei colori a colla sciolti nell'acqua e usati sulla carta o cartoncino, era adoperata dagli antichi maestri che coloravano, inizialmente con un solo colore, i loro disegni.
Anche la miniatura, l'affresco e la tempera, che precedettero la più famosa pittura ad olio, sono molto affini all'acquerello perchè si preparano macinando polveri colorate.
Ancora oggi si usano gli stessi ingredienti, ma con procedimenti industriali.
Le prima esperienze documentate risalgono al 1400.
Alberto Durer (1471-1528) in Germania usò questa tecnica per colorare i suoi disegni a inchiostro. Egli, nel 1494 lasciò la famiglia a Norimberga per venire in Italia, a Venezia. Durante il viaggio attraverso le Alpi dipinse ad acquerello le vedute dei posti che attraversava. Questi appunti disegnati e colorati rappresentano la nascita dell'acquerello come genere di pittura.
Poi la tecnica si estese, nel 1600 in Olanda e nel 1700 in Inghilterra. L'inglese Turner fu uno dei principali protagonisti di tale modo di dipingere. In Francia, nello stesso periodo ci furono acquerellisti come Watteau, Boucher e Fragonard che con questa tecnica raggiunsero livelli artistici eccezionali. Altri grandi pittori usarono questo sistema pittorico non come tecnica principale, ricordiamo ad esempio Delacroix e Corot .
Nel 1800 anche in Italia si cominciò ad usare questa tecnica; si partì da Napoli, Milano e Roma.
Giacinto Gigante a Napoli utilizzò con particolare perizia questa tecnica che fu diffusa con la celebre "scuola di Posillipo". Questo artista, insieme a Domenico Morelli, Paolo Michetti ed altri ci hanno lasciato numerosi capolavori che sono esposti nei musei di tutto il mondo.
A Milano furono principalmente Domenico Induno e Mosè Bianchi insieme a tanti altri che utilizzarono questa meravigliosa tecnica con molta efficacia e con sapienza artistica.
Fragonard - La Lettrice